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Coaching e Valori, diverse prospettive

La Conferenza Nazionale ICF è stata una bella occasione per esplorare diverse prospettive su Coaching e Valori.

La relazione tra Coaching è Valori è stata presente durante tutta la Conferenza nei diversi speech e workshop realizzati.

Qui una breve sintesi di ciò che è stato detto.

  • La prima a parlare di Coaching e Valori è stata Lisa Bloom, esperta in storytelling. Ci ha raccontato di quando, giovane donna in carriera e già con figli, in una riunione “seria e importante” tirò fuori dalla borsa il taccuino degli appunti. Nella spirale era rimasto agganciato un calzino da bebè, il suo bebè. Le venne da ridere, poi alzò lo sguardo e si rese conto che nessuna delle persone sedute attorno al tavolo stava sorridendo. E così decise che era tempo di lasciare quel lavoro e creare qualcosa di più significativo per lei. Attraverso le storie i nostri antecessori trasmettevano i valori della comunità. Oggi lo storytelling è il mezzo che ci permette risaltare ciè che è importante e di stabilire connessioni per un significato comune, nelle relazioni personali e anche in azienda.
  • Giuseppe Mieli e Laura Quintarelli: hanno centrato il loro intervento sulla relazione di partnership nel Coaching. Il coach accompagna il coachee nel suo percorso e quendo sta andando in una direzione diversa da dove vuole andare, si fa garante della coerenza tra Coaching e Valori rispetto al traguardo del cliente. Agisce a partire dalla sua identità professionale, e da quella prospettiva non considera nenche che contrapposizione o connivenza siano opzioni possibili.
  • Giovanna D’Alessio: ha presentato le conclusioni di una ricerca sul futuro delle strutture aziendali, che sono destinate a divenire reti orizzontali di team capaci di assumere processi decisionali decentrati. Ma sono pronti in azienda per affrontare questo futuro? E soprattuto, cosa manterrà insieme strutture destinate inesorabilmente adiventare reti orizzontali? Probabilmente i valori condivisi saranno uno dei collanti più necessari in questo scenario.
  • Estremamente interessante la tesi esposta dal professore Gerard Roth, che ha parlato del rapporto fiduciario tra il cliente e il coach. Al centro di questo la fiducia si trova il metavalore, la fiducia, che si manifesta nelle tre dimensioni della competenza, il mutuo interesse e l’armonia.
  • Marcia Reynolds: ci ha invitato a sviluppare l’arte della presenza superando la trappola del giudizio, giá che le emozioni sono finestre sui nostri valori,  le nostre convinzioni e le credenze. Prendere coscienza di come queste credenze ci influiscono è il primo passo per ampliare le possibilità di scelta. L’irrigidimento nella visione della vita, l’aspettativa che gli altri si comportino come noi vorremmo e non come sono, nasce da un malinteso senso di valore che crea sofferenza ed è inefficace. Coaching e Valori, dunque, come forma di rimanere presenti nella relazione con il cliente quando sorgono interferenze.

E come no, parlando di Coaching e Valori, in questa occasione Coaching by Values si è presentato in società. Abbiamo realizzato un workshop nella Conferenza Nazionale ICF, a Venezia, mantenuto tante conversazioni con i colleghi. È anche stato bello riincontrare chi ha partecipato a qualche formazione CbV.

Noi di Coaching by Value torniamo a casa con una bella esperienza nel cuore e tanta energia per seguire il nostro cammino.

Prossime tappe: conferenza in Slovenia 19 ottobre, Workshop il 27 ottobre e Certificazione il  27, 28 e 29 ottobre, a Milano
A presto e grazie per essere parte di questo progetto.

 

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